tag:blogger.com,1999:blog-760804839921141262024-03-05T01:19:33.725-08:00FortificareFrancesco Finottohttp://www.blogger.com/profile/08743582473749492264noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-76080483992114126.post-60006289273014881362012-06-12T02:30:00.001-07:002012-06-12T02:30:16.478-07:00LA LINEA MAGINOT<div style="text-align: center;">
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La <b>Linea Maginot</b> è un complesso integrato di fortificazioni ed opere militari realizzati tra il 1928 ed il 1940 dal Governo francese a protezione dei confini nazionali verso il Belgio, il Lussemburgo, la Germania, la Svizzera e l'Italia. Il suo sviluppo e la sua costruzione furono strettamente legati alle esperienze della prima guerra mondiale; martellanti bombardamenti di artiglierie pesanti, l'uso di prodotti chimici (gas asfissianti, vescicanti, ecc), fronti statici articolati su imponenti sistemi trincerati e l'uso di fortificazioni permanenti e campali il più possibilmente protette, fecero credere all'esercito francese, come a tutti gli altri eserciti europei, alla opportunità di proteggere i propri confini con una o più imponenti linee fortificate, teoricamente inespugnabili da attacchi diretti.</div>
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Il concetto base della <i>Linea Maginot</i> era un'ossatura costituita da possenti opere di fortificazione, (in francese Ouvrages tout-court, distanziati tra loro di circa 5 km completamente collegati sottoterra, con alcune postazioni "emergenti", armati prevalentemente di mitragliatrici e artiglierie di piccolo calibro, che si proteggevano l'un l'altro e che controllavano i tratti di confine e le relative vie di accesso.<br />Tra questi erano posizionati fortificazioni minori (in francese <i>petites ouvrages</i>), casematte e bunker di varia potenza di fuoco e dimensioni che rendevano continuo il fronte, controllandolo con mitragliatrici e pezzi anticarro.<br />Molto importante era anche l'<i>ostacolo passivo</i> antistante tutta la Linea, un ostacolo costituito da un profondo reticolato di filo spinato e sei file di putrelle infisse nel terreno che doveva fermare la fanteria e i carri nemici. In posizione arretrata poi c'erano due linee di resistenza che consentiva alle truppe di ripararsi dai bombardamenti.</div>
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<em>Il ministro della guerra Andrè Maginot</em></div>
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La classificazione principale delle strutture della Linea Maginot riguarda le dimensioni delle opere di fortificazione, suddivise in opere minori e maggiori (in frances <i>petites</i> e <i>grandes ouvrages</i>) dove le prime erano armate esclusivamente con mitragliatrici, mortai da 50mm (in torretta o casamatta) ed eventualmente pezzi anticarro. Queste opere potevano essere sostituite, a seconda dei casi, da un'unica grande casamatta oppure da diversi blocchi (da 2 a 5) collegati da una serie di gallerie sotterranee; le seconde invece potevano collegare fino a 19 blocchi grazie a grandi sviluppi di gallerie sotterranee.</div>
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Alcune tra le opere maggiori di fortificazione raggiunsero notevoli dimensioni, ad esempio il forte Hochwald (<i>Grand Ouvrage Hochwald</i>), composto da 14 blocchi da combattimento più 9 casematte del fossato, collegate da 8 chilometri di gallerie, in grado di ospitare 1070 uomini e 21 pezzi, oppure il Grand Ouvrage Hackenberg con 19 blocchi, 8 chilometri di gallerie, 1082 uomini a presidio e 18 pezzi di artiglieria.</div>
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Generalmente le grandi opere di fortificazione erano formate da due ingressi principali, uno per materiali e munizioni e l'altro per gli uomini; da queste entrate si accedeva quindi a un complesso sistema di gallerie protette dalla roccia, dal quale si poteva accedere a caserme, ricoveri per la truppa, depositi di munizioni e viveri, camere per i gruppi elettrogeni e per i sistemi di ventilazione e comunicazione, oltre che alle numerose postazioni di difesa, il vero fulcro della Linea Maginot.<br />Dalle gallerie principali, binari a scartamento ridotto conducono a diversi pozzi verticali con ascensori e scale che portavano alle varie casematte di artiglieria o fanteria, torrette di artiglieria e fanteria oppure blocchi misti che comprendevano più tipologie e torrette di osservazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Analogamente, le opere minori di fortificazione avevano la stessa struttura di quelle maggiori, ma con dimensioni più modeste, una sola entrata, o, in alcuni casi, potevano essere costituite da un solo blocco di combattimento dove si potevano trovare le postazioni, le camerate e tutti i locali necessari.<br />Infine per rendere la Linea il più continua possibile, furono costruiti tra le varie opere, una serie di piccole casematte e osservatori per dirigere il tiro.</div>
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<em>Reticolato anticarro posto in superficie</em></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk87EvKo18HbhzAl4uH002T12LU7PdX-8Nc_Nkvszep36IwTkPHoHzETOLkyeKBQsFvbwi5KgV3fequoX6KcZbphPVpGj-Lx-JlOyWQX5f_U8x4a_5n7H60wa3EI_kQgc8GKFgNyPtr1uM/s1600/schema.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk87EvKo18HbhzAl4uH002T12LU7PdX-8Nc_Nkvszep36IwTkPHoHzETOLkyeKBQsFvbwi5KgV3fequoX6KcZbphPVpGj-Lx-JlOyWQX5f_U8x4a_5n7H60wa3EI_kQgc8GKFgNyPtr1uM/s320/schema.png" width="320" /></a></div>
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<em>Schema funzionale dell'edificio</em></div>
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<em></em></div>
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Ogni territorio era accomagnato da una diversa concezione progettuale: ad esempio al confine con la Germania, il terreno prevalentemente pianeggiante che caratterizzava il confine, fece decidere agli ingegneri francesi la necessità di approntare la Linea sotterrandola il più possibile nel terreno e creando un complesso sistema di gallerie e ricoveri sotterranei per difendere la struttura da eventuali bombardamenti, e nel contempo, per allontanare il più possibile dalla zona di confine gli ingressi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre al confine con l'Italia, il terreno montuoso e quindi la difficoltà dell'avversario di mettere in posizione artiglierie pesanti in prossimità della confine, fece propendere gli ingegneri nel decidere di costruire opere di piccole dimensioni con minore sviluppo di gallerie, senza però diminuire la funzionalità e l'efficacia.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiBmq84lPacGJgTVSgSgwwZAFNviQ_dwf51OP7WOFJUKXxlWSsRqGjVtHuE7QJr3Iwc-6peeYO_NO5tmoJ5BVsoRQBEPjgRrAV3En87VW21A9QWxjm5s6EcZe_0NVSGVd7-h3pp142xDL5/s1600/linea+metz.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiBmq84lPacGJgTVSgSgwwZAFNviQ_dwf51OP7WOFJUKXxlWSsRqGjVtHuE7QJr3Iwc-6peeYO_NO5tmoJ5BVsoRQBEPjgRrAV3En87VW21A9QWxjm5s6EcZe_0NVSGVd7-h3pp142xDL5/s320/linea+metz.png" width="320" /></a></div>
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<em>Conformazione della linea presso Metz, Lorena</em></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnOOgeQ67mhfCJje_nbvh4MShyWZfSiGXJtcfedurHWzh5bvHWFa-EZY-lXL2QraLh3VSY0IGfznBZXntSHdkWRAgoQQ6WZIkioZglDa31zSScd9KAV9dN21lB_I6lwus-sNf84daTqFa0/s1600/ligne+alpine.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnOOgeQ67mhfCJje_nbvh4MShyWZfSiGXJtcfedurHWzh5bvHWFa-EZY-lXL2QraLh3VSY0IGfznBZXntSHdkWRAgoQQ6WZIkioZglDa31zSScd9KAV9dN21lB_I6lwus-sNf84daTqFa0/s320/ligne+alpine.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<sup class="reference" id="cite_ref-2" title="^ Davide Bagnaschino, Mauro Amalberti e Antonio Fiore, La Linea Maginot Alpina, www-davidebagnaschino.it"></sup><em>La linea Maginot nel settore alpino di Moutiere, non lontano dall'Italia</em></div>Francesco Finottohttp://www.blogger.com/profile/08743582473749492264noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-76080483992114126.post-81217707258714920262012-05-10T07:47:00.001-07:002012-05-10T07:47:41.487-07:00Una fortezza simbolo: la cittadella di Carcassonne<strong></strong><div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi38KzspgJos1C5SmDNVbvOSMJDhNeZL8y1TQ3VkokQchXSr9x_Mc02Mf2IsHFj8sY05un1IoNBZga1RhuTX7PCmfJN06_8nomKxHEpebXXcXxBYID6hRfxGnWUKg1RbPjO0qOM0xobIReG/s1600/carcassonne4.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi38KzspgJos1C5SmDNVbvOSMJDhNeZL8y1TQ3VkokQchXSr9x_Mc02Mf2IsHFj8sY05un1IoNBZga1RhuTX7PCmfJN06_8nomKxHEpebXXcXxBYID6hRfxGnWUKg1RbPjO0qOM0xobIReG/s320/carcassonne4.png" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Calibri;">Le
prime tracce di insediamento nella regione di Carcassonne, sono state datate al
3500 a.C. Attorno all'800 a.C., la collina di Carsac divenne un importante
luogo di scambi commerciali.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri;">Carcassonne
divenne strategicamente importante quando i Romani fortificarono la cima della
collina attorno all'anno 100 a.C. e resero il centro capitale della colonia di
Julia Carcaso, in seguito Carcasum. La parte principale delle mura
settentrionali risale a quell'epoca.</span><span style="font-family: Calibri;">All'inizio
del VII secolo, i Visigoti presero il controllo della zona e costruirono
ulteriori fortificazioni, tuttora esistenti. Grazie a queste riuscirono a
respingere gli attacchi dei Franchi. I Saraceni presero Carcassonne nel 725, ma
Pipino il Breve li scacciò nel 759.</span><span style="font-family: Calibri;">Carcassonne
divenne famosa per il suo ruolo nella Crociata albigese, quando la città era
una roccaforte dei Catari francesi. Nell'agosto 1209, l'esercito crociato di
Simone di Montfort costrinse i cittadini alla resa. Monfort fece uccidere
Trencavel e divenne il nuovo Visconte. Egli ampliò le foritficazioni. Carcassonne
divenne una cittadella di frontiera tra Francia e Aragona. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri;">Nel
1240 il figlio di Trencavel cercò di riconquistare il vecchio dominio ma senza
successo. La città si sottomise al potere del Re di Francia nel 1247 e Luigi IX
di Francia fondò la parte nuova della città oltre il fiume. Luigi e il suo
successore Filippo III costruirono le mura più esterne. Secondo i contemporanei
la fortezza era considerata inespugnabile. Nel 1355, durante la Guerra dei
cent'anni, Edoardo il Principe Nero non riuscì a prendere la città, anche se le
sue truppe distrussero la Città Bassa.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Calibri;">Nel 1659, il Trattato dei Pirenei trasferì la
provincia di confine del Rossiglione alla Francia, e l'importanza militare di
Carcassonne venne ridotta. Le fortificazioni vennero abbandonate e la città
divenne principalmente un centro economico, incentrato sull'<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">industria tessile</b>.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Calibri;">La
cittadella fortificata di Carcassonne cadde in rovina; a tal punto che il
governo francese considerò seriamente la sua demolizione. Un decreto in tal
senso venne reso ufficiale nel 1849, ma causò un tumulto. Lo storico
Jean-Pierre Cros-Mayrevielle e lo scrittore <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Prosper Mérimée</b>, guidarono una campagna per preservare la fortezza
come monumento storico. In seguito, nello stesso anno, l'architetto Eugène
Emmanuel Viollet-le-Duc venne incaricato del rinnovamento del luogo.</span><span style="font-family: Calibri;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il restauro della città fortificata
costituisce un caso di studio nell'ambito dei corsi di restauro; Viollet-le-Duc
sintetizzo così il suo approccio ai lavori di restauro del castello: "<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Restaurare un edificio, non è solo
mantenerlo, ripararlo, o ricostruirlo, è riportarlo ad una condizione completa
che potrebbe non essere mai esistita</b>".</span><span style="font-family: Calibri;">Il
pensiero del francese Le-Duc in materia di restauro era all'opposto di quello
dell'inglese John Ruskin che negli stessi anni teorizzava un modello romantico
di restauro conservativo che alterasse il meno possibile i monumenti e che
doveva mostrare, e non nascondere, i segni del tempo. L'architetto francese si
attenne rigorosamente ai suoi principi in occasione dei restauri del castello e
l'edificio divenne così l'emblema stesso del restauro stilistico e fonte di
accese critiche da parte degli architetti e restauratori favorevoli
all'approccio conservativo, che lo accusavano di aver inventato di sana pianta
parti del castello.<o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh588ggi2sLBtK2ORwLHkyM1-sATFUXCZ9uyiprrAy26MGi__PYeHwUVFpXPV5hm7Z-Ozx6wz800jSA_LvauK37Li6NGMkbcGLSKAn0TWhitOvdgEjfsJjLSdHhhY3fwelUmg0MsP6_5qV4/s1600/Carcassonne2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh588ggi2sLBtK2ORwLHkyM1-sATFUXCZ9uyiprrAy26MGi__PYeHwUVFpXPV5hm7Z-Ozx6wz800jSA_LvauK37Li6NGMkbcGLSKAn0TWhitOvdgEjfsJjLSdHhhY3fwelUmg0MsP6_5qV4/s320/Carcassonne2.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Calibri;">Le fortificazioni consistono di una doppia
cerchia di mura e di 53 torri. La fortezza venne aggiunta alla lista dei
Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1997.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: left;">
</div>Francesco Finottohttp://www.blogger.com/profile/08743582473749492264noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-76080483992114126.post-30647398648179479212012-04-26T09:34:00.002-07:002012-04-26T09:34:59.043-07:00<div style="text-align: justify;">
Il termine fortificazione deriva dal tardo latino <em>fortificatio</em>, che sta a significare, in senso astratto, rafforzamento intellettuale, morale. Dal punto di vista pratico, essa rappresenta l'insieme delle operazioni e lavori che, modificando le caratteristiche naturali di un determinato territorio, ne accrescono le possibilità di difesa. L'esigenza di fortificare un determinto territorio è strettamente connessa, fin dall'antichità, al concetto di comunità, di singoli individui che una volta fondata una città sentono il bisogno di preservare il suo sviluppo attraverso l'uso della fortificazione. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIPpNQOXAladZ9V8lT8FFCWUvIRkW3lB7bct-AckkCkbdrCmmfND9KGxG2jkePEsZzPMu2XDpKxMIAamsYWVipyG0UjWhEgJVJgMvzfIYcbAknWxcjGV9v4T4EaglHQtaSZslcIQDFlUzh/s1600/Agrimensione+Natalini+XVIII+sec.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIPpNQOXAladZ9V8lT8FFCWUvIRkW3lB7bct-AckkCkbdrCmmfND9KGxG2jkePEsZzPMu2XDpKxMIAamsYWVipyG0UjWhEgJVJgMvzfIYcbAknWxcjGV9v4T4EaglHQtaSZslcIQDFlUzh/s320/Agrimensione+Natalini+XVIII+sec.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel corso dei secoli il contributo delle fortificazioni sarà determinante per lo sviluppo economico e politoco di ogni comunità e, più in generale, di ogni città. </div>Francesco Finottohttp://www.blogger.com/profile/08743582473749492264noreply@blogger.com0